Età del bronzo

Bisogna attendere la media età del Bronzo (1650 – 1550 a.C.) per assistere ad un concreto popolamento della Pianura Padana: sono le grandi terramare a mostrare l’accrescimento demografico, caratterizzate da imponenti strutture difensive, quali terrapieni e fossati, spesso connessi ai corsi d’acqua, e da strutture abitative, a volte a livello del suolo altre rialzate.

Durante il secolo successivo si nota un’importante fase di popolamento della Pianura Padana con la nascita di numerose piccole terramare sparse su tutto il territorio. La fase più avanzata della media età del Bronzo mostra l’abbandono di alcuni abitati, la fondazione di altri e la crescita di quelli esistenti, alcuni dei quali raggiungono le dimensioni di circa 20 ettari.

Durante la successiva fase del Bronzo Recente (1350 – 1250 a.C. circa) sono emerse tracce di commerci a grande distanza, fino al mondo egeo. La fine dell’epoca delle terramare arriva con il Bronzo Recente avanzato (1250-1150 a.C.), durante il quale l’inversione di tendenza nella crescita demografica indica l’attivarsi di una crisi che porterà allo spopolamento e all’abbandono di molti villaggi. Nel territorio di Castelfranco sono riemersi tre importanti insediamenti: il sito di podere Pradella, di Rastellino e di Gaggio.

Età del Bronzo – Terramara di Gaggio

In questa vetrina sono esposti reperti provenienti dal sito di Gaggio di Castelfranco Emilia, dove sono stati rinvenuti i resti di un villaggio terramaricolo di una certa importanza. La presenza di materiali dell’età del bronzo in quest’area era nota fin dal 1991 ed è stata confermata nel 2000 dalla realizzazione di alcuni sondaggi preventivi eseguiti in fase di progettazione della linea di alta velocità TAV.

La ricerca archeologica, iniziata alla fine del 2001 fino al 2004, ha permesso di articolare lo scavo su un’area complessiva di circa 6100 mq, comprendente l’area interna del villaggio, le strutture perimetrali e alcune strutture esterne all’abitato costituite da canali, fosse e buche di palo. Lo scavo ha permesso di identificare tre distinte fasi abitative del villaggio, delle quali le prime due mostrano la presenza di strutture abitative absidate realizzate direttamente a contatto con il terreno, mentre la terza mostra la costruzione delle tipiche palafitte su impalcato. Della prima fase abitativa è possibile riconoscere la presenza di strutture difensive quali un fossato, un terrapieno con doppia palizzata lignea e una grande struttura sostenuta da cassoni lignei autoportanti, presente anche in altre terramare coeve; alla seconda fase abitativa sono riconducibili quattro capanne absidate e la presenza di una stradina di limo compatto che conduceva ad una piccola piazza o area artigianale dove sono stati rinvenuti scarti di lavorazione del bronzo. I reperti rinvenuti nel sito sono molto vari e testimoniano la presenza di svariate attività all’interno del villaggio, quali l’agricoltura, l’allevamento e l’artigianato.

In questa vetrina sono esposti numerosi frammenti di ceramiche, tra cui anse di vasi di varia foggia e i ritrovamenti di fusaiole e pesi da telaio, che servivano per la tessitura. Questi rinvenimenti, assieme ad altri non locali quali l’ambra, il bronzo (con ritrovamenti di pugnali e spilloni), la selce e i pesi da bilancia in pietra suggeriscono che la terramara di Gaggio godesse di un certo prestigio e di una notevole stratificazione a livello sociale. I manufatti qui esposti risalgono alla II fase di occupazione del villaggio, datata tra il Bronzo Medio 2 e l’inizio del Bronzo Medio 3 (intorno al 1450 a.C.); il sito venne abbandonato circa un secolo più tardi come conseguenza di una crisi, dalle cause ancora ignote, che colpì tutto il bacino del mediterraneo e che portò allo spopolamento della Pianura Padana in tempi molto rapidi.

In evidenza